Destini familiari incrociati, un testo per Chiara Lecca.

Un testo scritto da Matteo Zauli per il catalogo pubblicato in occasione di Retroterra, l’installazione di Chiara Lecca presentata al Museo Carlo Zauli nel giugno 2017.

Chiara Lecca al Museo Carlo Zauli: destini familiari incrociati.

Quando, nella primavera 2002, aprimmo il Museo Carlo Zauli, ci fu da subito molto chiaro come il senso profondo di un luogo come questo non fosse soltanto legato alla doverosa e sentitissima finalità di diffondere e tutelare l’opera di Carlo Zauli, ma fosse strettamente connesso anche ai destini culturali del nostro territorio.

Già lo stesso Zauli, che aveva immaginato questo centro culturale quindi anni prima che noi lo realizzassimo, aveva intrapreso azioni chiare ed inequivocabili in questa direzione. Un passaggio fondamentale di questa visione e, più concretamente, dei nostri obiettivi, è dunque sempre stato quello di essere luogo di opportunità, dialogo e confronto con gli artisti che da questo territorio diffondono una luce progettuale di significato profondo e di nitidi contorni espressivi. Da questa volontà nasce il progetto MCZ Territorio, di cui Chiara Lecca è stata protagonista nell’estate 2017. Questa formula prevede di invitare ogni anno un artista, che vive ed opera nella nostra città e nelle nostre zone, a confrontarsi con gli storici spazi laboratoriali del ceramista scultore a cui questo luogo è dedicato. L’invito a Chiara Lecca in realtà nasce da molto lontano: abbiamo seguito il suo lavoro fino dagli esordi, quando frequentava gli ultimi anni dell’Accademia di Bologna, e ne siamo stati da subito conquistati per la forte libertà espressiva, la potenza del messaggio, l’ironia e la capacità di essere assolutamente autentico. Anno dopo anno, ci siamo ritrovati a scoprire quanto questo lavoro potesse arricchirsi e rinnovarsi, rafforzandosi in ampiezza di mezzi espressivi ed eleganza senza mai tradire la propria identità. Non è quindi soltanto il territorio di appartenenza che ci unisce a Chiara Lecca: come il nostro museo è legato ad una forte identità familiare, così il lavoro dell’artista da sempre affonda le proprie radici e definisce la propria cifra stilistica nella vita e nel lavoro della propria famiglia. Due appartenenze e due identità culturali che in questa occasione si incontrano, fondendo le atmosfere del vecchio studio-laboratorio di Carlo Zauli alle composizioni scultoree e alle installazioni estremamente eterogenee che Chiara Lecca mette in scena per l’occasione.

Ma nonostante questa vicinanza e la nostra ammirazione per le brillanti avventure artistiche che Lecca sta riscuotendo in ambito internazionale, per dare un senso più compiuto all’installazione del suo lavoro negli spazi del museo occorreva che ci fosse una forte convergenza progettuale. Ecco che gli ultimi lavori dell’artista, che si fondano da un lato sull’archetipo vaso-ceramico e dall’altro su strutture geometriche modulari nelle quali la natura interviene a modificare la struttura, ci hanno fornito l’occasione giusta per cogliere questa opportunità ed inviare Chiara Lecca ad una esperienza site-specific di cui questa pubblicazione vuole rendere testimonianza e merito.