Massimo Bartolini e Maurizio Maggiani: Grotoni e malocchi.

Grotoni e malocchi è il progetto di Massimo Bartolini a Faenza: un omaggio scultoreo a Carlo Zauli e alla sua terra, pensato ed allestito proprio all’interno di quello che era lo studio privato dell’artista faentino.

Il lavoro in ceramica è accompagnato ed integrato da un testo di Maurizio Maggiani. Massimo Bartolini ha infatti invitato l’amico scrittore, ligure di nascita ma faentino di adozione, a confrontarsi con lui in questo che da il titolo all’installazione e di cui riportiamo un breve passaggio.

“Malocchi e grotoni, malocchi e grotoni. Ora che ci penso e ci ripenso, ancora non riesco a ricordare perché stanno insieme quelle due parole. Senti come suonano? Senti come suonano diverse? E se stanno insieme e suonano così diverse vuol dire che c’è una differenza bella grossa ma c’è anche un posto da dove vengono che è lo stesso posto di tutte e due. E allora qual’è la differenza che c’è tra i malocchi e i grotoni, cosa sono per bene gli uni e cosa gli altri? E il loro posto dov’è? Oh, ci sei venuto Bartolini, è qui dov’ero, e ora mi vengono in mente un sacco di parole.”

Grotoni e malocchi, è una installazione scultorea interamente realizzata nelle campagne di Faenza dagli artigiani di Manifatture Sottosasso, scelti per la loro tecnica oltre che per la lunga e consolidata esperienza con gli artisti contemporanei.

Dopo la mostra al Museo Carlo Zauli, una nuova e più ampia installazione di Grotoni e Malocchi verrà presentata nel febbraio 2020 alla Frith Street Gallery di Londra, in occasione delle prossima personale di Massimo Bartolini.

L’esperienza faentina è riassunta nell’omonima pubblicazione in edizione limitata, che include, oltre al testo di Maggiani, anche un intervento di Matteo Zauli e le foto di Fabio Liverani, e che verrà presentata in occasione dell’opening, il 19 dicembre alle 19,00 in presenza dell’artista e dello scrittore.

“Il progetto che lega il Museo Carlo Zauli a Massimo Bartolini passando attraverso le parole di Maurizio Maggiani si pone come un momento forse irripetibile nella ormai ventennale storia dei passaggi di artisti contemporanei negli storici laboratori di Via della Croce a Faenza.”

Cosí Matteo Zauli spiega il progetto.

“Se infatti l’obbiettivo primario delle nostre residenze d’artista è sempre stato creare ponti, legami, connessioni tra l’arte contemporanea e l’opera di Carlo Zauli, forse nessun progetto come questo si avvicina alla nostra missione … La più nota immagine di Carlo Zauli, scattata nel 1974 dal grande fotografo bolognese Antonio Masotti, lo ritrae seduto su un campo di grandi zolle formate da una possente aratura, le stesse zolle che, rivissute nelle sue più celebri opere degli anni settanta ed ottanta costituiscono la miglior sintesi del suo lavoro scultoreo.

E sono proprio le zolle romagnole, a rivivere nell’opera. Sono le zolle di Massimo Bartolini e sono le zolle evocate di Maurizio Maggiani in un testo dedicato al lavoro dell’artista toscano. E così, in un rapporto virtuoso di richiami e di omaggi, il riferimento zauliano si trasforma in grotoni e malocchi, installazione scultorea che Massimo Bartolini tiene in equilibrio tra naturale ed artificiale, tra estrema cura ed immediatezza, diventando al tempo stesso narrazione vigorosa e materica nelle parole di Maurizio Maggiani.”

>>> per maggiori info: museozauli.it

Massimo Bartolini è nato vive e lavora a Cecina. Studia all’ Istituto Tecnico per Geometri B.Buontalenti di Livorno e all’ Accademia BB. AA. di Firenze. Dal 1993 espone in numerose mostre, tra le collettive si ricordano: Biennale di Venezia del 1999, 2001 (evento collaterale), 2009, 2013 (I). Biennale di Valencia (E) 2001. Manifesta 4, Frankurt, (D), 2002. “Ecstasy, in and about altered states” Moca Los Angeles, (USA), 2005. Biennale di Shangai 2006 e 2012 (CHN); International Triennale of Contemporary Art, Yokohama (J) 2011; Biennale di San Paolo 2004 (BR); Biennale di Pontevedera 2004 (E);  Documenta 13 Kassel, 2012 (D); Etchigo Tsumari Tiennal, Tokamachi, (J) 2012; Track, Ghent (B) 2012. One on One, Kunstwerke,Berlino (D),2012. The City, My Studio/The City,My Life”, Kathmandu Triennale, (Nepal),2017 “Habit Co-Habit”,Pune Biennale , Pune, (India), 2017.  Starting from the desert…Yinchuam Biennal, Yinchuan (CHN) 2018. Fra le mostre personali: Manifesta 12 (evento collaterale) “Caudu e Fridu”, Palazzo Oneto, Palermo (I), 2018. “4 organs” Fondazione Merz, Torino, (I). 2017. “Studio Matters+1” Fruitmarket Gallery Edimburgo (SC) e SMAK Ghent (B),2013. “Serce na Dloni”, Centre of Contemporary Art “Znaki Czasu”, Torun, (PL), 2013. Hum Auditorium Arte, Roma (I) / MARCO, Vigo, (E); 2012.  Museu Serralves Porto (P), Ikon Gallery Birmingham (GB), 2007. GAM di Torino (I), 2005. Museum Abteiberg, Mönchengladbach (D), 2002

Maurizio Maggiani (Castelnuovo di Magra 1951) con Feltrinelli ha pubblicato Vi ho già tutti sognato una volta (1990), Felice alla guerra (1992), Il coraggio del pettirosso (1995, premi Viareggio Rèpaci e Campiello 1995), màuri màuri (1996), La regina disadorna (1998, premi Alassio e Stresa per la Narrativa 1999), È stata una vertigine (2002, premio letterario Scrivere per amore 2003, finalista premio Chiara), Il viaggiatore notturno (2005, premio Ernest Hemingway, premio Parco della Maiella e premio Strega), Mi sono perso a Genova(2007), con Gian Piero Alloisio, Storia della meraviglia. 12 canzoni e 3 monologhi (2008), Meccanica celeste (2010), Quello che ancora vive (2011) e I figli della Repubblica. Un’invettiva (2014).